La storia dei dadi dai tempi antichi ai moderni casinò online è avvolta da un alone di mistero: è impossibile stabilire con precisione dove e quando questa attività ludica abbia visto la luce. Non è raro che le civiltà esercitino un’influenza le une sulle altre e che, nel corso della storia, un popolo prenda in prestito gli usi ed i costumi ludici di un altro popolo, spesso modificandoli e diffondendoli a loro volta presso altre civiltà.
Queste complesse dinamiche si riflettono anche sull’etimologia delle parole in uso presso i popoli. Nello specifico, l’origine della parola italiana “dado” è piuttosto incerta. Alcuni propendono per l’origine latina, da dātum, nel senso di cosa data, cosa gettata, cioè i dadi appunto; altri invece ricollegano la parola all’arabo classico a‘dād,, che vuol dire numeri.
Inoltre, l’etimologia della parola “azzardo” sembra suggerirci un intimo legame tra i dadi e il concetto di gioco d’azzardo appunto, almeno nelle civiltà moderne (nell’antichità i dadi svolgevano anche altre funzioni come vedremo). La parola “azzardo” ricorda dunque questo legame: attraverso il francese hasard e lo spagnolo azar, ci riporta indietro al termine arabo az-zahr (zahr senza l’articolo) che vuole dire “dado”.
Questa correlazione è confermata dalle testimonianze di un gioco diffusosi in Francia al ritorno dei crociati dal Medio Oriente e conosciuto con il nome di hasard . Tale pratica avrebbe poi attraversato la Manica per prendere piede nell’Inghilterra medioevale come svago di nobili e dame.
Interessante anche soffermarsi sull’origine del termine angloamericano craps, con cui viene designata la versione attuale del gioco dei dadi che si svolge con 2 dadi. Può essere che il termine sia legato all’espressione angloamericana crab’s eyes, pronunciata alla francese. Tale espressione farebbe riferimento al caso in cui esca una coppia di uno (gli occhi del granchio appunto). Questa combinazione era ricordata in quanto comportava una sconfitta.
Altri ricordano invece come il termine craps sia l’abbreviazione del francese crapauds , cioè rospi. Crapauds sarebbe stata infatti la parola con cui i francesi chiamavano tale gioco per via della tipica posizione accovacciata, a mo’ di rospo, che i giocatori assumevano durante le partite.
Altre tesi sostengono che craps fosse il termine spregiativo con cui gli inglesi si rivolgevano ai creoli (presumibilmente francesi) di New Orleans, i quali adoravano giocare ai dadi per le strade della città, ma erano famosi anche per la dieta a base di anfibi.
È facile dunque dedurre che la nascita della versione moderna del gioco dei dadi sia legata in qualche modo alla Francia. In effetti, è innegabile che il contributo francese alla versione attuale di questa attività ludica sia stato notevole, così come quello dei creoli e della comunità afroamericana della capitale della Lousiana, New Orleans, dove i dadi erano il gioco di strada per eccellenza
Nell’Antichità
È verosimile che la storia dei dadi sia riconducibile all’antica e arcana pratica degli astragali, svago rimasto in uso pressoché invariato presso alcune zone rurali della Calabria, fino a pochi anni fa. La pratica degli astragaloi (in latino tali, ovvero talloni) era molto diffusa nell’antica Grecia; ne è testimonianza eccellente il passo dell’Iliade di Omero, in cui Patroclo uccide un compagno in una lite causata proprio dal gioco degli astragali.
Gli astragali erano ricavati dalle ossa delle zampe di capre e montoni, che erano di facile reperibilità e ben si adattavano allo scopo, essendo gli astragali di forma vagamente tetraedrica. Ne risultava dunque un dado a quattro facce, ad ognuna delle quali era associato un valore diverso: 1, 3, 4 e 6.
Tra le diverse varianti del gioco la più diffusa si svolgeva con quattro astragali. Ad ogni lancio, non si considerava la somma dei valori usciti, come nel gioco dei dadi, ma lo scopo era quello di ottenere delle specifiche combinazioni. Quella di Venere, ad esempio, era la più ambita, e consisteva nel far uscire un valore diverso per astragalo in un unico lancio.
Come si può ben notare, il passo dagli astragali al gioco dei dadi è molto breve, le due attività ludiche sono talmente vicine che spesso erano confuse dagli scrittori antichi. È quindi impossibile discernere con assoluta certezza la storia dei dadi da quella degli astragali. Certo è che la pratica di entrambi era invalsa nell’antica Grecia in epoche precedenti alle prime testimonianze scritte: erano usati come giochi di abilità, d’azzardo e come strumenti dell’arte divinatoria.
In Oriente, quello dei dadi è un passatempo dalle origini forse ancor più remote. Basti pensare alle prime testimonianze scritte che si possono trovare nei Rig-veda indiani, una raccolta di testi religiosi induisti risalenti al secondo millennio a.C. circa. Nel testo Mahabharata si narra della leggenda di Nala, un principe indiano che, a causa di un demone, non riesce più a smettere di giocare ai dadi. Persi tutti i suoi averi scommettendo, Nala decide di andarsene in esilio. Riuscirà comunque a riscattarsi, sconfiggendo il demone e riottenendo il suo regno.
Ma sembra che sia l’antica Roma il luogo in cui i moderni dadi, quelli a sei facce, fanno la loro comparsa per la prima volta. La passione dei romani per il gioco dei dadi è risaputa, sebbene la pratica fosse legalmente permessa solo nei Saturnalia.
Innumerevoli anche i riferimenti al gioco dei dadi: il celebre alea iacta est di Gaio Giulio Cesare, i versi denigratori di Orazio, le leggi romane sulle scommesse ai dadi. Documentata è la presenza di giocatori professionisti, molti dei quali si servivano di dadi truccati. Inoltre, secondo lo storico Tacito, anche i popoli germanici andavano pazzi per il gioco dei dadi, talmente pazzi da scommettere persino sulla propria libertà.
Durante il Medioevo, il gioco dei dadi si diffonde grazie ai crociati e diviene il passatempo dei nobili con vere e proprie scuole e corporazioni dedite a tale pratica, prima in Francia e poi in Inghilterra. Dante menziona nella Divina Commedia il gioco della zara, che si svolgeva con tre dadi.
L’Epoca Moderna
Il gioco si è quindi sviluppato. È passato attraverso il Medioevo ed è arrivato fino ad oggi, perfezionato dai francesi e standardizzato dagli americani. La storia più recente dei dadi ha luogo negli Stati Uniti, dove il gioco prende piede grazie ai flussi migratori di francesi e inglesi dall’Europa. Sembra che sia nel sud degli Stati Uniti, in particolare a New Orleans, dove la pratica si sia consolidata nelle strade.
Non bisogna dimenticare che è l’americano John H. Winn, all'inizio del XIX secolo, a dare la svolta definitiva al gioco dei dadi, semplificandone le regole e contribuendo alla sua uniformazione. Grazie a Winn vengono introdotte, ad esempio, le puntate pass line e don't pass line, che permettono di scommettere a favore o contro chi lancia i dadi.
Con la fondazione di Las Vegas negli anni '30, i dadi, giocati secondo le regole introdotte da Winn, hanno fatto impazzire milioni e milioni di clienti dei casinò del Nevada.
Al giorno d’oggi craps è passato dai tavoli dei casinò tradizionali a quelli virtuali dei casinò online. Un nuovo capitolo della storia dei dadi si è aperto e il numero degli appassionati di questo gioco è destinato a lievitare ulteriormente.